Storia
Pro Patria,
Us
Catanese e
Acf Catania

La prima squadra di calcio della provincia etnea venne fondata nel 1908 da Gaetano
Ventimiglia e Francesco Sturzo d'Aldobrando e si chiamava Associazione Sportiva
pro Educazione Fisica Pro Patria. Nel 1910 la denominazione sociale
diventò Unione Sportiva Catanese. Negli anni '20 si iniziò con i campionati
ufficiali: nel 1920
la Catanese partecipò alla Coppa Federale Siciliana, nel 1927 al Campionato Catanese (vinto
nel 1928-29). Nel 1929 arrivò la prima iscrizione in
II Divisione con il nome di Società Sportiva Catania (poi cambiato in
Associazione Calcio Fascista Catania). La prima stagione in Serie B è la 1934-1935: prima della Seconda Guerra
Mondiale saranno 4 le partecipazioni alla cadetteria. Con la guerra, la società
si sciolse.
Il Club Calcio Catania
Nel 1946 la
squadra rinacque con il nome di Club Calcio Catania, il primo presidente fu
Santi Manganaro-Passanisi. Dopo tre anni in Serie C, arrivò la promozione in B.
Nel 1954
la squadra venne promossa in Serie A per la prima volta, retrocedendo subito per
illecito sportivo. Tra il 1960
e il 1966
il Catania disputò 6 stagioni consecutive nella massima serie, ottenendo per tre
volte l'ottavo posto e perdendo la finale della coppa delle alpi nel 1964 contro il
Genoa, inoltre in
quegli anni il Catania al Cibali battè molte squadre titolate, da lì
l'espressione "clamoroso al Cibali". Nel 1970-71
l'ultima stagione in Serie A prima della retrocessione dopo quasi 25 anni (1973-74)
in Serie C. Da quel momento inizia un sali-scendi che porterà la squadra del
leggendario presidente Angelo massimino in
Serie A nel 1983-84
e nuovamente in Serie C1 nel 1987-88. Nel 1993
il Catania Calcio scompare: viene radiato ingiustamente dalla FIGC per
inadempienze finanziarie. La battaglia legale che segue stabilisce che la
società non è fallita e può ripartire (in ritardo) dall'Eccellenza Siciliana. È
il via alla scalata che al termine della stagione 2001-02
vedrà il ritorno in Serie B dei rossazzurri. Nell'estate 2003 i
rossazzurri sono stati protagonisti del cosiddetto Caso Catania, un
ingarbugliato caso che ha intrecciato la giustizia sportiva a quella ordinardia.
La partita contro il siena si era
conclusa 1-1 sul campo, ma i toscani avevano schierato un giocatore
squalificato.Riccardo gaucci, presidente rossazzurro, aveva così fatto ricorso e lo aveva vinto,
ottenendo il 2-0 a tavolino che valeva la salvezza e lo spareggio retrocessione
per Venezia
e Napoli. Ma attraverso i
vari gradi della giustizia sportiva il risultato è stato sovvertito più volte e
infine è stato fissato dal TAR di Catania in favore dei
rossazzurri. Dall'altro lato, la FIGC ha trovato un cavillo per far
perdere un'altra partita a tavolino al Catania e farlo così retrocedere in Serie
C1. I ricorsi al TAR sono proseguiti fino a quando la Federazione ha riammesso
sia il Catania che le altre retrocesse, il genoa e
la salernitana, più
la Fiorentina al posto
del fallito Cosenza. La società è dal 2004 in mano al catanese antonio
Pulvirenti,
presidente della Wind Jet,che ha allestito per
la stagione 2005-2006 una rosa di tutto rispetto pronta per il trionfale ritorno
in serie A,che i tifosi aspettano con ansia dalla lontana stagione 1982-83. Nel maggio 2006, alla fine del campionato di serie B 2005/2006, guidata
dall'allenatore siciliano Pasquale marino, viene
promossa in serie A classificandosi al secondo posto dietro l'Atalanta. Questa
promozione, tanto attesa, arriva dopo ventitrè anni dall'ultima promozione in
Serie A.
L'allenatore più importante della storia etnea è Carmelo Di Bella,
nella foto a sinistra che
ha allenato il Catania per 11 stagioni, conquistando una promozione in Serie A
nella stagione 1959-1960 e mantenendo la categoria per 5 campionati. Angelo Massimino, il
Presidentissimo, è stato il presidente più amato e più odiato della storia del
Catania Calcio. Ha diretto i rossazzurri per 22 stagioni, ottenendo 6 promozioni
(due in Serie A) e ricostruendo la squadra dopo la radiazione. Ha dedicato la
sua vita alla causa del Calcio Catania morendo in un incidente auto,
nell'ennesimo viaggio a Palermo per perorare la causa della sua amata squadra.
In sua memoria lo Stadio Cibali è stato ribattezzato Stadio Angelo Massimino, ed
ogni anno ha luogo uno speciale trofeo che porta il suo nome.
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