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Il vulcano Etna in discesa libera..

Da quota 3000 a 0 slm: Salve a tutti, eccovi un reportage dedicato ad un un'esperienza unica nel suo genere e sicuramente vulcanica !! Perchè vulcanica ? Date un'occhiata alle foto e, se avete tempo, al dettagliato testo dell'amico Fabrizio.... Una discesa libera in sella alle vostre bici; panorami mozzafiato caratterizzati da ettari ed ettari di nera sabbia vulcanica. Purtroppo, data la difficoltà del percorso, l'escursione è dedicata ad esperti bikers con un discreto livello di "pazza incoscienza !!"

Etnino® ringrazia gli amici Gianni e Fabrizio che hanno fornito testi e foto !!

  Autunno  Primavera

DISPONIBILITA' E PREZZO

  Partecipanti  da 2 a 6

CONDIZIONI E REGOLAMENTO

Requisiti

 Capacità/Pazzia

MODULO PRENOTAZIONE

Riassunto del viaggio fatto sull’Etna 17/19-10- 03 a cura di Pollini Fabrizio | GBK 2003

E’ strano come a volte nascono le idee, ed è ancora più strano come certe volte queste idee si trasformano in momenti indimenticabili. Quello che segue è il resoconto di una mitica due giorni, nata da una di queste strampalate idee. Dobbiamo però tornare indietro di qualche mese, e più precisamente verso metà settembre, mentre stavo camminando in una delle tante tristi grigie vie milanesi, quando mi suona il cellulare e Gigi dall’altra parte mi dice: “ho trovato un volo a buon prezzo per Catania e stavo pensando che si potrebbe fare un giro sull’Etna nel week end del 18/19 ottobre, partenza il 17 sera da Bergamo e ritorno il 19, Citro e Giovanni ci stanno, e tu?”. Maledizione, io proprio quei giorni li avevo già impegnati da tempo in un fine settimana di immersioni all’isola del Giglio, ma la solita vocina da dentro mi diceva che mancare ad un giro così sarebbe stato un grossissimo errore, per cui è partita subito la controproposta: “non posso, non possiamo fare la settimana dopo, lo dico anche a Frank, tanto non dovrebbe cambiare nulla”. Che dire……… è andata, ed è anche stato meglio così, visto in quel fine settimana Catania è stata letteralmente sommersa da un mare d’acqua, con gravi conseguenze.

… un piano semplice ma perfetto….

Non vi voglio stufare troppo con il racconto dei preparativi che,  considerando i 5 tipacci coinvolti (!), si sono svolti  con non poche discordanze (praticamente non si era d’accordo su nulla!), anzi, direi che ognuno ha fatto del proprio meglio per creare casino (io per primo: quando c’è da rompere le palle pochi riescono ad eguagliarmi…), ma alla fine siamo riusciti ad organizzarci così: io e Giovanni partenza giovedì notte da Bergamo con le nostre “fedelissime” mtb con l’incarico di preparare al meglio il terreno per il sabato (giorno dedicato alla mitica discesa), Gigi e gli altri ci avrebbero poi raggiunto con il volo del venerdì notte, sabato discesa dalla cima dell’Etna, domenica giro in quota al mattino e volo di rientro in serata.Tutto deciso allora, non resta che partire:

Giovedì 16/10

20,30 Io e Giovanni ci troviamo a Salò per iniziare l’avventura (piove generosamente, ma come dire giro bagnato, giro………)

21,30 Arrivo all’aeroporto di Orio al Serio (se prima pioveva solo, qui c’è il diluvio universale)

22,00 abbiamo fatto tutto, il mio “sarcofago” (stranamente), e la borsa dei Giovanni  sono passati (tutto al momento sembra filare liscio)

22,30 Avvisano che l’aereo parte con 30’ di ritardo, tutto sommato poteva andare peggio (fuori intanto continua a diluviare)

24,30 Si parte con la classica ora di ritardo (il tempo previsto all’arrivo a Catania è buono)

01,30 Arrivati  a Catania e ultimate le operazioni di sbarco, cerchiamo il nostro contatto sul posto, Etnino® (piove, accidenti ma non avevano detto tempo buono?)

01,40 Avviene l’incontro con Etnino® (che deve portarci in centro all’albergo Vespri, categoria una punta di stella), e dopo alcuni tentativi, riusciamo a fatica a caricare una bici dentro e l’altra sul tetto della sua Fiesta (accidenti quella fuori è la mia bici nuova, e sta pure piovendo)

02,30 Dopo alcuni giri per trovare il posto, ci apprestiamo a fare circa 4 piani di scale con al seguito le nostre fide bici (accidenti, doppio accidenti, il mio “sarcofago” pesa almeno 30 kg, in più c’è  il bagaglio)

03,00 Dopo aver sbrigato le ovvie formalità, troviamo giusto far un giretto in centro per mangiare un arancino, facciamo due, e una bomba ( di nuovo complimenti a Gigi per la scelta del posto, questa prima o poi ce la paga,ah, dimenticavo di dire che fuori continua a piovere)

04,00 Con le panze piene i nostri eroi finalmente si concedono il meritato riposo (come prima giornata non sembra niente male)

Venerdì  17/10

09,00 Sveglia e riordino delle cose e soprattutto delle idee (ok, Giovanni ha preso anche un caffè, ma per questa volta è scusato)

10,00 Finalmente (dato che ci siamo sempre e solo sentiti per telefono), incontriamo Santo fuori dall’albergo, ed anche dalla sua faccia si legge chiaramente lo stupore per il tipo di sistemazione. Saliti in macchina, si  parte alla volta di Pedara, alla ricerca della famosa masseria Tremonti, luogo preso come riferimento per il nostro  campo base (questa operazione ha comportato circa 4/5 ore, a causa dell’incredibile diluvio in corso, e dell’impossibilità di avere contatto telefonico con il posto, visto che la Telecom gentilmente ha provveduto a scollegare il telefono della masseria). (Tutta quest’acqua mi fa sorgere un dubbio: ma in Sicilia di solito  hanno problemi per la siccità, o ho sempre capito male????????????????????)  

 

 

 

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14,30 Arriviamo alla tanto sospirata masseria a Pedara (fortunatamente c’è posto, e sembra che possa anche smettere di piovere), e dopo esserci scelti la camera migliore decidiamo chi deve tornare a Catania con Santo

15,30 Rieccomi in macchina con Santo in direzione Catania, a recuperare le nostre preziose bici (visto il posto dove sono rimaste, speriamo di ritrovarle). Dimenticavo, vado solo io perché diversamente i due “sarcofagi” non sapremmo dove metterli, quindi quel furbone di Giovanni si concede un pisolino.

16,30 Raggiunto l’albergo posso finalmente  riabbracciare il mio “sarcofago” totalmente inviolato (devo dire che fino ad allora non sono stato molto tranquillo)

18,00 Nuovo arrivo alla masseria e nuovo scarico dei pesantissimi oggetti (per guadagnare tempo decidiamo di montare le bici per il giorno dopo, vista l’ora della sera precedente un meritato sonnellino ristoratore  più lungo non guasterebbe di certo)

20,30 Consumiamo una squisita cena preparata dalla Signora con specialità tipiche, una su tutte la pasta alla norma (due chiacchiere dopo cena e poi andiamo a dormire, gli altri si arrangino, chissà poi a che ora arriveranno, e l’appuntamento di domani con il furgone per salire alla cima del vulcano è fissato per le 08,00)

20,40 Ritrovo degli altri tre eroi a Salò per la partenza verso Bergamo

21,40 Arrivo a Bergamo e inizio delle operazioni di scarico e disbrigo delle pratiche per l’imbarco, tutto fino a quando succede un piccolo fatto strano, il “sarcofago” di Frank non passa nelle macchina a raggi x, e quindi deve essere aperto. Detto così sembra facile, ma in effetti la cosa è leggermente più complessa, perché sia Frank , sia io abbiamo creato una cassa in legno all’interno della borsa da bici, al fine di proteggere meglio le nostre fedeli  da eventuali traumi dovuti al trasporto, (che come tutti sappiamo non è dei più delicati), e questo ha comportato la sigillatura della cassa con un numero imprecisato di viti al fine di renderla solida). Quindi Frank in mezzo all’aeroporto ha dovuto aprire la cassa e sballare il contenuto per far vedere effettivamente cosa voleva imbarcare. Devo dire che già questa piccolo ed irrilevante contrattempo doveva far presagire ad un viaggio non dei migliori, considerando poi che si è scelto di partire di venerdì 17

23,00 Annuncio che il viaggio subirà circa 2,5 ore di ritardo (niente male come partenza non trovate)

Sabato 18/10

03,00 Finalmente l’arrivo tanto sospirato a Catania, dove Etnino in attesa da circa 2 ore aiuta i malcapitati nelle operazioni di carico delle “bare”(il bello della cosa è che ne i nuovi arrivati, ne tantomeno Etnino sanno esattamente dove si trova la masseria, e quindi la cosa non sarà delle più semplici)

04,00 Finalmente i nostri eroi leggermente provati dal piacevole viaggio giungono al quartier generale, e decidono di andare direttamente a dormire (no comment)

07,00 Levataccia per qualcuno (io e Giovanni 07,30 questa volta ben riposati), per montare le bici per la partenza delle 08,00 (miracolo, non piove è solo nuvoloso)

07,50 Colazione “gnari magnom de strigulu e po’ partom” (citazione Boccaccesca, non traducibile)

08,00 Tutti pronti con l’eccitazione a mille, per quello che ci aspetta, ed una  volta caricato il tutto si parte alla conquista della vetta sotto l’esperta guida di Giambattista (devo dire anticipatamente che la giornata ha soddisfatto a pieno tutte le migliori aspettative)

09,00 Arrivo all’ormai tristemente famoso rifugio Sapienza, a quota 1900 dove a sorpresa ci aspetta un bellissimo sole, ed un freschino niente male (qui si perde un po’ di tempo ad aspettare che le bici vengano caricate sul furgone 4x4 che le porterà su)

09,40 Finalmente partiamo anche noi in direzione Torre del Filosofo a 2920 slm, massima altezza attualmente raggiungibile (qui va detto, nuovamente per dover di cronaca che lo spettacolo è davvero esaltante con tutto il versante del vulcano coperto dalla finissima cenere lavica che ha letteralmente coperto tutto e lo fa sembrare un enorme ghiaione. Accidenti, ad essere sincero la cosa che più mi da fastidio è che devo dare atto a Gigi che il posto è davvero magnifico ed esaltante, di nuovo accidenti)

09,50 eccoci innanzi a quel che resta del rifugio del Filosofo dopo l’ultima eruzione, scendono delle stalattiti  di ghiaccio che la dicono lunga, e che dire del bianco “mare” di nubi che copre tutto quello che è al di sotto dei 2000 mt. 

10,40 Decidiamo subito di provare a fare i primi metri, per sentire la sensazione che si ha su un terreno del genere, e con nostra grande sorpresa scopriamo che è molto difficile stare in bici, se non tenendo il manubrio perfettamente dritto e con una certa velocità, diversamente al minimo accenno di sterzata la ruota anteriore sprofonda  e va di lato, con la conseguente caduta (tanto si cade sul morbido, quindi il problema non è fisico, ma è sentimentale, vedere i manettini del nuovo XTR Disc lì in bella mostra, che si graffiano così facilmente è davvero straziante )(ok, la sto mettendo giù dura, ma vorrei vedervi al mio posto con la belva nuova fiammante)

11,00 prese le dovute misure si parte e da qui in poi sono solo libidine e adrenalina allo stato puro, stiamo sciando, e con le “gommine” del 2,50 facciamo delle bellissime e profonde scie di un nero intenso dovuto allo strato subito al di sotto della superficie che è ancora umido dai diluvi dei giorni precedenti ( Appena prendi velocità vai che è una meraviglia, anche se si devono fare i conti con le pendenze che sono in certi punti di tutto rispetto, e qui come già capitato altre volte, ti rendi purtroppo conto come sia le foto, sia i filmati difficilmente riescono a rendere l’effettiva pendenza, è un po’ come  accade nelle gare di sci dove scendono da muri impossibili e vedendoli comodamente da casa sembrano sulla pista per slittini dell’oratorio). Abbiamo da fare 1000 mt. di dislivello negativo su questo strano materiale, VITACCIA

13,30 Con delle facce che la dicono lunga su come è andata sino ad ora, siamo di rientro al Sapienza, dove i nostri eroi danno prova di quanto sia facile a volte eguagliare il record di velocità nell’ ingerire arancini, bombe e quanto di più fritto ci si presenta davanti (c’è da dire che anche quelli con alle spalle meno di tre ore di sonno, sono tutt’altro che mezzi addormentati, e del resto un giro del genere ti tiene ben sveglio e non capita tutti i giorni, anzi)

14,30 Pronti per ripartire verso la masseria, con ancora circa 1300 mt. di dislivello negativo da fare, ma da ora in poi il terreno è diverso. Dopo un brevissimo tratto su asfalto, ci tuffiamo per la prima volta nel bosco, ed anche qui con nostra grande sorpresa ci troviamo nuovamente sulla cenere lavica, ma a differenza di prima con una consistenza maggiore, tale da non permettere più l’affondamento delle ruote come in precedenza. Nella prima parte la vegetazione è molto fitta, e a tratti si mettono anche le ruote sulla lava vera e propria, e devo dire che procedere su quel terreno è pressoché impossibile in bici, e difficoltoso con la bici a spalle. Poi la vegetazione si dirada ed entriamo nel bosco di castagne, che per tipologia è molto simile al nostro delle prealpi, qui però il terreno non presenta la minima traccia di erba, ma solo cenere nerissima resa più compatta per le piogge, dove le gomme tengono da dio. (tengo a precisare che nel bosco abbiamo seguito tracce di sentieri o stradine esistenti, e non siamo scesi dove ci pareva, nel rispetto dell’ambiente, anche se a differenza dalle nostre parti qui non si crea alcun danno vista la totale assenza di vegetazione e la natura “sabbiosa” del terreno)

17,00 Siamo di rientro al nostro campo base, la masseria. Qui a sorpresa ci aspetta una fumante torta alle mele, e del te. (che palle essere trattati sempre così a pesci in faccia !!) A questo punto la stanchezza prende il sopravvento sui tre del venerdì, mentre io e Giovanni dopo una doccia che ci rimette al mondo, approfittiamo della figlia della padrona di casa. Che avete capito??? Visto che andava in paese, ci siamo fatti dare uno strappo, e visto che in centro c’è una festa con degustazione e vendita di prodotti tipici, vai di ricotta salata, pomodori secchi, miele di tutti i tipi, pesto di pistacchi di Bronte (considerata la capitale mondiale dei pistacchi), e per finire ovviamente la nutella di pistacchi

18,30 Ci hanno raggiunti gli altri, ai quali si è aggiunto anche Santo, che ci fa un po’ da cicerone, e poi si offre di riportarci al campo, accidenti siamo in sei….. ma chi se ne fregaaaaaaaaaaa20,30 Tutti con le gambe sotto il tavolo, dopo aver fatto due chiacchiere davanti all’enorme camino del soggiorno. Finita la cena c’è da decidere sul giro della domenica, tenendo conto dei tempi, dato che nel pomeriggio si deve riordinare la roba, re-imballare le bici, e andare all’aeroporto. Non so se vi è mai capitato di dover decidere un giro in un posto che non si conosce minimamente, con 5 tipi con gusti ed idee diverse (ricordate poi che uno dei 5 è un vero rompipalle), e a dirla tutto me ne vanto molto. Morale : Gigi vuole fare l’Altamontana che gira attorno al vulcano sui 2000 mt., io sono dell’idea di iniziare il giro che dice Gigi, ma dopo un po’ lasciare la “strada” per scendere nel bosco o comunque su dei sentierini più tecnici. Alla fine decidiamo che una volta partiti “fatta una mezzora” si deciderà.  

20,30 Tutti con le gambe sotto il tavolo, dopo aver fatto due chiacchiere davanti all’enorme camino del soggiorno. Finita la cena c’è da decidere sul giro della domenica, tenendo conto dei tempi, dato che nel pomeriggio si deve riordinare la roba, re-imballare le bici, e andare all’aeroporto. Non so se vi è mai capitato di dover decidere un giro in un posto che non si conosce minimamente, con 5 tipi con gusti ed idee diverse (ricordate poi che uno dei 5 è un vero rompipalle), e a dirla tutto me ne vanto molto. Morale : Gigi vuole fare l’Altamontana che gira attorno al vulcano sui 2000 mt., io sono dell’idea di iniziare il giro che dice Gigi, ma dopo un po’ lasciare la “strada” per scendere nel bosco o comunque su dei sentierini più tecnici. Alla fine decidiamo che una volta partiti “fatta una mezzora” si deciderà.

22,30 Buona notte a tutti, e  a domani, e mi raccomando di riposare bene, almeno i tre “re magi”. Pensandoci bene però, fare due chiacchiere con la signora non è affatto male, e visto che io e Giovanni non siamo troppo stanchi, ci intratteniamo piacevolmente con lei davanti ad un bicchierino di marsala, e ai biscottini da pasta di mandorle. Ok, devo essere sincero, non mi piace molto l’idea di lasciare la mia bici nuova in un posto che non è chiuso, specie se poi nella giornata è stata vista da parecchia gente, quindi sto cercando il modo di chiedere se posso portarla in casa ( purtroppo questi sono i postumi di qualche anno fa, quando durante il giro dell’Olanda in bici, ce ne hanno fatte sparire due, in pieno centro città nell’ora di pranzo, e legate una all’altra con cavetti d’acciaio, a proposito, non fidatevi dei cavetti che vendono, si aprono in un attimo, quindi con scarsissima protezione nel caso si tratti di belle bici, che come tutti sanno non sono proprio regalate), scusate lo sfogo.

24,00 Operazione bici sicura eseguita, e con mia grande sorpresa la ruota davanti è a terra nonostante i fascioni in kevlar, e quindi tutto sommato è stato un bene se me ne sono accorto adesso, visto che posso riparala con calma, e soprattutto perché davanti monto una forcella con perno passante che ovviamente allunga i tempi di smontaggio e di rimontaggio ( fatto questo, e molto più tranquillo, finalmente posso andare a letto)

Domenica 19/10

07,30 Raduno in soggiorno per la ricca colazione e per i preparativi in vista dell’appuntamento con Santo, Gaetano e Etnino per andare all’attacco dell’Altamontana.

08,00 Siamo pronti, si parteeee, tutti sul furgone di Etnino (come in gita scolastica!), inizia il secondo giorno

09,00 Scaricate le bici e fatte le ultime regolazioni, iniziamo a pedalare, e a differenza di ieri, oggi si parte pedalando, in un leggero falsopiano, che dovrebbe portarci verso alcuni rifugi posti lungo la via. Il tempo è ottimo, c’è solo la cima del vulcano che è coperta da una stranissima nuvoletta piatta, che resterà immobile per tutta la giornata. Si vede che è un giorno di festa, perché sul percorso incontriamo molti altri ragazzi in bici, i quali scambiando due chiacchiere ci dicono che fanno tutto il giro e vanno a Zafferana Etnea dove c’è la festa dell’Ottobrata. Chiedendo consiglio su percorsi alternativi, ci dicono che si può fare un bel giro prendendo una deviazione poco più avanti del prossimo rifugio, e due di questi decidono di unirsi a noi e ci fanno da guida, avendo così l’occasione di mettere in mostra le loro capacità, e tastare le nostre (a questo punto siamo diventati in 9: io, Gigi, Citro, Giovanni, Frank, Santo, Gaetano, Antonello e Antonio?)

14,45 Finalmente le nostre 2 guide locali ci danno tregua per un boccone in centro al paese, dove anche in quest’occasione diamo il meglio di noi nel divorare tutto quello che ci passa per le mani. Finito questa  fase che ti fa sempre sentire come dei pascià, salutiamo i due nuovi amici dell’Etna Freeride, con la promessa di  rivalerci su di loro in una rivincita dalle nostre parti, dove ovviamente saremo noi a giocare in casa, su terreni a noi più famigliari, e allora si che ci sarà da divertirsi, specie sulla CORNA (nostra palestra di allenamento in discesa sul tecnico quasi estremo)

15,30 Con andatura  decisamente più rilassata, quasi da pensionati (in senso buono del termine), ci avviamo verso la base su un tratto di strada asfaltato ove  concludere la nostra grande avventura sul vulcano, un posto veramente mitico.

16,00 Da ora in poi si è lasciato spazio per i dovuti saluti a Santo e Gaetano, per una doccia, per sistemare le nostre cose, per riallestire i “sarcofagi”, per salutare quelli della masseria e per muoverci verso l’aeroporto dove, per chiudere in bellezza, va detto che Citro e Frank  hanno rischiato di essere arrestati a causa della presenza nei loro zaini di pietre vulcaniche dette “bombe” per la loro forma sferica leggermente allungata e credo anche perché vengono sparate dal vulcano a grande distanza durante le eruzioni. Alla richiesta degli addetti della sorveglianza su cosa contenessero i loro bagagli , i due hanno candidamente risposto: “sono delle bombe”!. Citro è poi riuscito a fare di meglio, mettendo anche gli attrezzi ed i cacciaviti nello zaino a mano. Dopo aver causato lo scompiglio che potete ben immaginare, il tutto si è sistemato con l’imbarco in stiva delle famigerate “bombe”( Frank ha provato anche a corrompere l’addetta con un vasetto di pomodorini secchi, in cambio del permesso di imbarcare nel bagaglio a mano la sua “bomba”). Anche il volo è stato tranquillo, con un leggero ritardo e con il solito rientro sotto la pioggia. Unica nota negativa del rientro il danneggiamento di due sacche durante le operazioni di carico/scarico agli scali; visto il prezzo pagato come supplemento per la bici, la prossima volta forse è meglio chiedere ad un corriere, o adottare borse rigide. 

Ringraziamenti

Siamo riusciti a vivere questa esperienza per una serie di coincidenze, non ultima quella di aver letto il resoconto dell’esperienza già vissuta da altri pubblicata su una rivista del settore, attraverso i riferimenti della quale abbiamo potuto contattare la famosa masseria e la guida che si è occupata di organizzarci la discesa del primo giorno. Senza questi riferimenti la nostra avventura sarebbe stata impossibile, perché anche di fronte alla nostra migliore volontà (e credetemi, ci abbiamo proprio provato in tutti i modi) nel contattare in loco sia le guide del parco, sia chi opera i trasporti in vetta, l’unica risposta che abbiamo raccolto è stata “E’ VIETATO”; da notare che i ragazzi che abbiamo conosciuto sul posto ed in generale tutti gli appassionati della mtb, a queste condizioni non avranno mai la possibilità di cimentarsi in una discesa spettacolare sia in termini tecnici che paesaggistici come noi abbiamo potuto fatto, e che ti resta dentro nel vero senso della parola.

Quindi un doveroso saluto e ringraziamento a tutti i partecipanti, e più precisamente:

  1. alla proprietaria della Masseria di Nicolosi, per averci coccolato per tre giorni

  2. a Gianbattista, che ci ha guidati giù dal vulcano nel vero senso del termine

  3. a Santo, che è stato di una disponibilità esagerata, e che il secondo giorno ha sofferto parecchio il giro, ma sempre con onore

  4. a Etnino®  che si è occupato dei transfer e che speriamo riesca a realizzare il sogno di creare una struttura che organizzi e assista i biker nella zona

  5. a Gaetano, che ci ha accompagnati pure lui in silenzio ma senza mai tirarsi indietro

  6. ad Antonello, preziosa guida nel giro del secondo giorno, un vero “Viava” Etneo

  7. ad Antonio, che con Antonello si è dato il cambio alla guida del gruppo nel secondo giorno

  8. a Gigi che ha proposto il giro, trovato il volo e si è impegnato nell’organizzazione generale (dimenticavo, nuovamente grazie per l’albergo a Catania)

  9. a Giovanni, che a contribuito nella raccolta di informazioni fondamentali alla riuscita del giro (uno su tutti Etnino)

  10. a Citro, che pur rischiando l’arresto con Frank all’aeroporto al ritorno,  comunque alla fine è sempre dei nostri, e ci delizia sempre con la sua tipica guida detta “Citronesca”

  11. a Frank, che pur essendo alle prime uscite in mtb mostra uno sprezzo del pericolo degno dei più grandi biker (forse deve solo picchiare in terra un po’ di volte per rendersi bene conto di cosa significa)

  12. a me stesso, per aver fornito la preziosissima rivista dalla quale abbiamo preso spunto per organizzare questo evento, per averlo spostato di una settimana altrimenti saremmo annegati, per aver stabilito l’indispensabile contatto con Santo e per aver riassunto e descritto questa tremenda sbrodolata nonostante la scarsissima attitudine narrativa

  13. e per ultimo a tutti coloro che non hanno partecipato ai quali dico con sommo dispiacere che hanno veramente  TOPPATO!

Testo by Fabrizio Pollini (GARDABIKE)

 

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