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La Festa di Sant'Agata a Catania - Cenni Storici e altro ancora...

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  "Semu tutti devoti tutti?? Cittadini, Cittadini...."

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Tutti i siciliani sanno quanto significhi nel campo della storia e della religione il culto di S.Agata; per quanto riguarda le tradizioni popolari, possiamo affermare che la festa di S.Agata è la massima espressione del folklore catanese.                                          

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In questo reportage proverò a farvi rivivere virtualmente una festa coinvolgente in onore di una donna martire amata e venerata dai suoi concittadini catanesi e non solo. Tre giorni di culto, di devozione, di tradizioni che non hanno riscontro al mondo. Poc'anzi ho parlato di folklore catanese ed  è proprio su questo aspetto folkloristico che vorrei soffermare l'attenzione facendo riferimento a cenni storici e a qualche piccola curiosità. Vi ho detto tutto buona visione e "VIVA SANT' AGATA !!!"

candelora panettieri.jpg

La festa ha subito notevoli trasformazioni nel corso dei secoli; oggi non si tengono più le corse dei “barberi” (cavalli senza fantino) che avvenivano lungo la via Vittorio Emanuele detta, fino al 1860,  “via del corso”;

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non ci sono più le cavalcate dei nobili o del Vescovo; non si fanno più palchi per le strade per assistere a queste cavalcate; il fercolo della Santa non è più seguito dai professori dell’Università e dai magistrati, ma solo dal Sindaco e dagli assessori cittadini;

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 non ci sono le “calate dell’angelo” che, spesso, facevano fermare la processione (un angelo di legno veniva fatto scendere lungo una corda fino a rendere omaggio alla Santa);e soprattutto non ci sono più le “intuppatelle”, donne mascherate e velate, che, lasciando scoperto solo l’occhio

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destro,  per poter dirigere la loro marcia, uscivano di casa sole o a piccoli gruppi, giocando graziosi scherzi ai loro conoscenti ed amici, o facendosi comprare da loro regali e dolciumi, senza mai farsi riconoscere.

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 La festa di S.Agata ha perduto questo suo carattere “mondano” per assumere un aspetto più religioso; nelle foto alla vostra sinistra le diverse candelore che precedono la vara in occasione della processione in giro per Catania.

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La tradizione si mantiene tuttavia nel suo aspetto più “fantasmagorico”, e cioè nella sfarzosa illuminazione delle vie cittadine, con belle composizioni multicolori al giardino Bellini, alla sommità della salita di Sangiuliano, in piazza Risorgimento, piazza Borgo, e soprattutto con la

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devoto.jpgprocessione di S.Agata, nei giorni 4 e 5 febbraio, con il fercolo tirato dai “devoti” in camice bianco e berrettino di velluto nero, e con il corteo delle “candelore”, i cerei, con la caratteristica andatura ballonzolante detta “annacata”. Le candelore sono undici; dieci di esse rappresentano le vecchie corporazioni artigiane l'undicesima, quella del circolo operai “S.Agata”, fu costruita nel 1875. Esse sfilano innanzi la vara in ordine di anzianità e sono: LA PICCOLA, quella dei RINOTI, dei FIORAI, dei CALZOLAI, degli ORTOFRUTTICOLI, dei MACELLAI, dei PESCIVENDOLI, dei PASTAI, dei PUTIARI, dei PANETTIERI. Nel 1514 si contavano ben 22 candelore e nel 1639 erano 28;        

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si racconta che le antiche corporazioni di catanesi rappresentate il 17 agosto 1126 si precipitarono incontro alle reliquie di S.Agata che, dopo 86 anni di permanenza a Costantinopoli, per volere del  generale bizantino Giorgio Maniace, ritornavano in patria.  Il camice bianco dei “devoti” rappresenterebbe perciò la camicia da notte che indossavano i Catanesi quando si riversarono nelle strade all’annuncio della lieta notizia.           

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Il grido, ripetuto infinite volte dalla folla,è ”viva S.Agata!”:i primi a gridarlo sono sempre i “devoti”,che agitano i loro fazzoletti bianchi, invitando i presenti con il rituale “Cittadini,viva S.Agata!”

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E tutti i Catanesi inneggiano alla loro “Santuzza” gridando in risposta “cettu,cettu”(parola dialettale che significa “certo,certo”).  

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 Mentre per le strade (dove è assolutamente impossibile andare in automobile, la festa di S.Agata è una festa di pedoni) si vedono montagne di torrone, di ceci abbrustoliti e di noccioline americane, che, insieme ai semi di zucca e

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altri frutti secchi costituiscono la cosiddetta “calia”; oppure barbecue improvvisati dove si cuociono chili e chili di carne (salsiccia, carne di cavallo, di maiale etc.), da mangiare “rigorosamente” “a’ menzu o‘ pani”(in mezzo ad un panino).                                                                                         

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A proposito di dolciumi, tradizione vuole che la festa di S.Agata abbia anch’essa il suo dolce catanese caratteristico: le olivette di S.Agata. Piccole olive di pasta reale di colore verde.

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Secondo la leggenda ricordano l’oleastro sorto nel luogo dove la “Santuzza” si allacciò una scarpa.

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Signori,  tre giorni di festeggiamenti Agatini incredibili in cui devoti e curiosi si contano a centinaia e centinaia di migliaia, raggiungendo quasi il milione di presenze, non ci credete? Provare per credere !! Nella pagina che segue potete osservare le foto più belle dell'intero reportage. Sono state scattate in occasione dell'uscita della "vara" dalla cattedrale del Duomo che ne custodisce le sagre reliquie nei restanti 362 giorni

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Eccoci ad ammirare una delle fasi più emozionanti dell'intera festa "i fochi do tri " (i fuochi del tre); il tre febbraio, infatti, la Santa esce dalla cattedrale che ne ospita la Sacra Vara nel corso dell'anno.

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Per festeggiare il lieto evento, viene allestito in piazza duomo uno spettacolare gioco pirotecnico ; musica e fuochi  si alternano in perfetta sincronia davanti una piazza gremita all'inverosimile.   Anche quest'anno non ho voluto perdere l'appuntamento e, nonostante la folla e gli strattonamenti sono riuscita a ritrarre alcune immagini che, spero, riescano a farvi virtualmente rivivere  questo momento emozionante !!      Provate ad immaginare questa piazza (la più bella di Catania) gremita da centinaia di migliaia di persone.      

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Un casino pazzesco che, incredibilmente, svanisce alle prime bombe che preannunciano l'inizio dello spettacolo; fuochi gialli, rossi, blu si alternano tra loro illuminando la notte nera e fredda di febbraio.

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Avrò visto l'uscita della vara decine di volte nel corso della mia vita ma, ogni volta, le emozioni provate sono sempre diverse....

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Ritengo che il culto per questa Santa sia unico nel suo genere; e solamente la settimana Santa di Siviglia in Spagna e la festa del Corpus Domini a Cuzco, in Perù, possono paragonarsi, ai festeggiamenti agatini.

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Ricordo, inoltre, che il culto di Sant'Agata non è solo catanese ma internazionale. La patrona catanese protegge ben 44 comuni italiani. A Malta e a San Marino è compatrona con S.Paolo. In spagna la si venera a Villarba del Alcor in Andalusia e a Jeria (provincia di Valencia).   

EMI FABIO MANU

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    fochi do tri 11.jpg       fochi do tri.jpg       fochi do tri 3.jpg

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