"tutta l'atmosfera cominciò gradualmente ad
illuminarsi, lasciando scorgere appena appena i vaghi particolari di un
panorama sconfinato. mare e terra erano bui e confusi, come se stessero
emergendo allora dal caos originario, e luci e tenebre sembravano ancora
indivise; finchè il mattino avanzando a grado a grado, non ne completò la
separazione. Le stelle allora si spengono e le ombre scompaiono. Le foreste
da cui non giungeva neppure un riflesso che ne rivalesse la forma ed il
colore, sorgono alla vista come una nuova creazione, acquistando vita e
bellezza da ogni nuovo, raggio di luce. La scena si allarga ancora,
l'orizzonte sembra aumentare d'ampiezza ed espandersi da ogni lato, finchè
il sole come il grande Creatore, compare ad oriente, e con la sua sorgente
di luce modella e completa la scena immane. Tutto è incantato, e stentiamo a
credere d'essere ancora sulla terra...."
Patrick Brydone (1770) |
"ci sono dei luoghi che senza dubbio si possono dire i
più incantevoli della terra, e se l'etna di dentro somiglia all'inferno, si
può dire a ragione che di fuori somiglia al paradiso"
Patrick Brydone (1773) |
"l'atmosfera innanzi a noi era verso il basso tutta
coperta di nuvole per cui nella più grande altezza si produsse un mirabile
fenomeno. Era striato di bianco e di grigio e pareva essere qualcosa di
corporeo, ma come starebbe il corporeo in cielo. Il vetturino ci spiegò che
questa nostra ammirazione era dovuta ad un fianco dell'etna che appariva tra
le nuvole squarciate, neve e dossi alternati formavano le stire e non era
ancora la cima più alta"
Wolfang Goethe (1787) |
" si trascorre qui la notte, sulla paglia, per andare a
vedere il sorgere del sole dall'orlo del cratere. Lasciamo i muli e
cominciamo a scalare la parete spaventosa di cenere indurita che cede sotto
i passi, in cui non si può trovare una presa, trattenersi a nulla, in cui si
ridiscende di un passo ogni tre. Si avanza sbuffando, ansimando, affondando
nel suolo molle il bastone ferrato, fermandosi di continuo. si deve allora
puntare il bastone tra le gambe per non scivolare giù, perchè la pendenza è
così ripida che non si può neanche rimanere seduti"
Guy De maupassant (1885) |
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